martedì 14 dicembre 2010

Mapplethorpe





Robert Mapplethorpe nacque nel 1946 a Long Island e morì nel 1989 a Boston.
I temi più comuni della sua fotografia furono ritratti di persone che in seguito sono diventate famose (Andy Warhol, Patti Smith...), soggetti sadomaso, nudi maschili e meno frequentemente femminili.
Mapplethorpe si inserisce in un'epoca in cui la fotografia era stata accettata come vera arte.
I soggetti delle sue opere si avvicinano alle sculture classiche.
Quest'estate alla Galleria dell'Accademia di Firenze erano esposte alcune delle sue fotografie, accostate a sculture come il David di Michelangelo. Tra l'altro una sera a settimana, se non sbaglio il giovedì, l'ingresso era gratuito per tutti. Consiglio a chiunque di andare a visitare la mostra se dovesse essere riproposta.



giovedì 2 dicembre 2010

Nel 2007, il mio IV anno di scuola superiore, ci hanno portato in gita scolastica a Vienna..una bellissima gita! Oltre a ricordarmela per tutti i buoni motivi per cui si può ricordare una gita scolastica, credo che mi resterà sempre impresso nella memoria la "Galleria Belvedere"..o meglio mi resteranno impresse le opere di Shiele e di Klimt. Sono moltissime le pitture di questi due artisti..ma forse quelle che ho preferito sono il famosissimo 'Bacio' di Klimt e 'La morte e la ragazza'.


LA MORTE E LA RAGAZZA - Egon Shiele

Il nome dell'opera in tedesco è 'Tod und Madchen'. Come ci ha spiegato la guida non appena arrivati ( un buongiorno no? :-) ), in italiano non è reso bene il concetto del titolo. Infatti in tedesco la parola morte ( Tod) è maschile, quindi nel dipinto è rappresentata dalla figura maschile.

Un breve inciso su Schiele...
Schiele nasce nel 1890 in una stazione ferroviaria vicino Vienna.
La sua infanzia viene presto offuscata dal progredire della malattia mentale del padre, capostazione, e dalla sua precoce morte (1905), esperienza traumatica che segnerà profondamente tutta la sua pittura, dandogli un'immagine del mondo tetra e malinconica.
Nel 1906 entrò all'Accademia di Belle Arti di Vienna nel 1906, dove studiò pittura e disegno. Tuttavia abbandonò la scuola nel 1909 per l'aridità degli insegnamenti proposti, il clima conservatore e chiuso, dove gli era permesso solo di disegnare "secondo gli antichi". Egon comincia a cercare i suoi modelli al di fuori, soprattutto all'interno dei Cafè, dove si lega ad artisti molto vicini alla sua sensibilità. Studiando da solo, Egon, cresce e si migliora, sperimentando i diversi stili, all'epoca considerati d'avanguardia; porta il suo cavalletto all'aperto e inizia a dipingere nella natura; la sua tavolozza mostra ora colori luminosi applicati con una tecnica antiaccademica. L'incontro decisivo per tutto il suo percorso artistico avvenne nel 1907 nel Cafè Museum di Vienna: la personalità di Gustav Klimt lo influenza non meno di quanto avesse influenzato quell'arte che rappresentava modernità e progresso (propria delle teorie artistiche della Secessione Viennese di cui Klimt è un esponente). Un ulteriore elemento avvicina i due uomini: l'interesse per la raffigurazione del corpo nudo e della sessualità maschile.
La stima tra i due era reciproca tanto che Klimt, oltre ad aiutare finanziariamente e artisticamente Schiele, gli permise di allestire una mostra con le sue opere nel 1908. In quelle prime opere esposte il suo stile, abbandonate le rigide regole dell’accademia, è già espressionista: accanto a ritratti di amici ed autoritratti, viene rappresentata la fisicità del corpo attraverso un’aggressiva distorsione figurativa. In questo modo la sessualità diventa ossessione erotica che, accanto al tema della solitudine angosciosa ed inquieta, assume un’altissima tensione emotiva.
Nel 1909 espone quattro delle sue opere alla mostra collettiva in cui esponevano artisti come Munch, Matisse, Gaugin, Van Gogh.
Nello stesso anno abbandona l'Accademia, fonda il Neukunstgruppe, si emancipa definitivamente dall'influsso di Klimt e, al raffinato erotismo dell'Art novau, contrappone una rappresentazione della sessualità intesa come pulsione esistenziale profonda dell'uomo.
Nel 1911 Schiele incontra la diciassettenne Wally Neuzil, con la quale intreccia una relazione sentimentale e che gli fa da modella per alcune delle sue opere migliori. Schiele e Wally decidono di lasciare Vienna per cercare ispirazione in campagna.
Tornato a Vienna, grazie al suo amico Klimt, riesce in breve tempo ad ottenere diverse commissioni, tornando alla ribalta sulla scena artistica austriaca e partecipando a molte mostre internazionali. Le sue opere del periodo sono numerose, per la maggior parte autoritratti e ritratti. Le figure sono solitamente nude, in pose insolite che tendono a sfociare nella caricatura; la figura tormentata richiama sia la morte che l’erotismo. Il disegno è molto netto con un tratto spesso e marcato, energico e sicuro, a volte persino violento. Queste opere cercano di provocare lo spettatore per suscitare un certo malessere.
Nel 1914 si sposa con Edith Harms. Il matrimonio gli dona una serenità che muta la sua ispirazione: una composta forza emerge dai dipinti di questa nuova fase.
Proprio quando nel 1914 la sua fama artistica si va affermando, scoppia la I Guerra Mondiale: sarà la fine di un'epoca, con il crollo definitivo dell'impero Asburgico. Nel 1915 è chiamato alle armi e, grazie a superiori comprensivi e amanti dell'arte, può continuare a dipingere. In questo periodo realizza ritratti di ufficiali russi e disegni di interni; le opere mostrano una trasformazione della concezione artistica di Schiele: l'espressivo gesto pittorico è segnato da un chiaro ritorno alla rappresentazione naturalistica.
Alla morte di Klimt è considerato il più importante pittore austriaco, ma la sua carriera, finalmente toccata dal successo, viene stroncata dalla terribile epidemia di influenza. Edith, incinta di sei mesi, muore il 28 ottobre. Durante l'agonia della moglie Schile la ritrae più volte. Purtroppo Egon non scampò al contagio e tre giorni dopo, il 31 ottobre, a soli 28 anni morì.

L'opera è stata dipinta ad olio nel 1915, anno cruciale nella vita di Schiele, chiamato alle armi.
La figura maschile, la morte, rappresenta il pittore, mentre la figura femminile ritrae la moglie Edith. Il tema dell'amore è sopraffatto da quello della morte. In uno sfondo di miseria, l'abbraccio tra le due figure assume una posizione centrale, quasi un tentativo estremo di salvezza e protezione. Ma tutto ci dà una sensazione di angoscia e di paura: i colori sono tetri, le linee dure e taglienti, le figure allucinate.

IL BACIO - Gustav Klimt

Questo dipinto è sì famosissimo..ognuno di noi anche se magari non sa il nome né il pittore ha visto nell'arco della sua vita quest'opera. Ma finché non te la trovi di fronte, con la sua grandezza, con i suoi colori, con la sua luce,...non ti rendi conto della sua bellezza.

E'un dipinto ad olio su tela di cm 180 x 180 realizzato nel 1907-1908.

Quest'opera, in pieno accordo con i canoni dello stile Liberty, è dipinta su tela con decorazioni e mosaici (Klimt aveva un debole per i mosaici di Ravenna) in color oro sullo sfondo. L'uomo, in piedi, si piega per baciare la donna che sta inginocchiata sul prato tra i fiori e sembra accettare il bacio, partecipando emotivamente. Solo la faccia e le braccia dei personaggi sono realistiche, il resto del quadro è formato da tinte piatte e volumi geometrici accostati. La faccia della donna è racchiusa fra le mani del maschio, il quale ha il braccio della femmina sul collo. Klimt ha vestito, ed è curioso da notare, i suoi personaggi con la lunga tunica che era solito portare. La coppia è contornata da un ovale.Le forme geometriche sono abbastanza allusive,sul vestito dell'uomo vi sono raffigurati dei rettangoli posizionati in verticale,sul vestito della donna sono raffigurati dei cerchi concentrici,tutte e due le forme geometriche ricordano il sesso dei soggetti che indossano quelle tuniche.

Nella parte d'oro che ricopre l'uomo vi sono figure rettangolari e in bianco e nero, mentre la donna sembra essere punteggiata con mazzi di fiori ed è caratterizzata da forme rotondeggianti e prive di ogni possibile spigolo.


Un breve inciso su Klimt...

Gustav Klimt nasce nel 1862 a Baumgarten, quartiere di Vienna, secondo di sette fratelli. Il padre Ernst, immigrato boemo, è orafo, la madre, Anna Finster, appassionata di musica lirica. Le condizioni economiche della famiglia, già compromesse, diventano precarie dopo la crisi economica del 1873. Nel 1876 il quattordicenne Gustav viene ammesso a frequentare la Kunstgewerbeschule, (scuola d'arte e mestieri del Museo austriaco per l'arte e l'industria), dove studierà fino al 1, confrontandosi con svariate tecniche artistiche, dal mosaico alla ceramica, nel rispetto dei canoni accademici e della storia dell'arte del passato. Nel 1888 Klimt riceve un riconoscimento ufficiale dall'imperatore Francesco Giuseppe e le università di Monaco e Vienna lo nominano membro onorario.

Nel 1892 a pochi mesi dalla morte del padre, anche il fratello Ernst muore improvvisamente: Gustav deve farsi carico di entrambe le famiglie, e questo lutto lascia un segno anche nella sua produzione artistica. Nello stesso periodo avviene l'incontro con Emilie Flöge sarà la sua compagna fino alla morte del pittore.

Nel 1898 si inaugura la prima mostra della Secessione viennese, movimento artistico costituitosi l'anno prima con Klimt presidente.

Nel 1903 Klimt si reca due volte a Ravenna, dove conosce lo sfarzo dei mosaici bizantini: l'oro musivo, eco dei lavori del padre e del fratello in oreficeria, gli suggerisce un nuovo modo di trasfigurare la realtà e modulare le parti piatte e plastiche con passaggi tonali, dall'opaco al brillante.

Nel 1910 Klimt partecipa alla Biennale di Venezia e l'anno dopo riceve il primo premio dell'Esposizione Internazionale di Arte di Roma per Morte e vita: le sue opere verranno esposte anche a Firenze, Bruxelles, Londra e Madrid.

Al ritorno da un viaggio a Roma, l'11 gennaio 1919, viene colpito da un ictus che lo condurrà alla morte il 6 febbraio. L'allievo ed amico Schiele lo ritrarrà sul letto di morte.

Gustav Klimt è il pittore più rappresentativo dell'art nouveau. Partito da una formazione artistica ancora tradizionale, diviene uno dei massimi esponenti della secessione viennese. In lui prevalgono il simbolo, l'evocazione della realtà, piuttosto che la sua rappresentazione; la linea elegante, morbida e sinuosa, la bidimensionalità delle forme, l'accostamento sapiente dei colori, il preziosismo, in una fusione e in un assorbimento delle più svariate componenti, che vanno dalla conoscenza dei mosaici di Ravenna (fulgore e divisionismo cromatico, superamento della realtà, assenza di volumetria) fino alle più recenti acquisizioni artistiche (simbolismo, decadentismo) e psicanalitiche (l'espressione dell'inconscio attraverso il segno pittorico). Ma l'arte di Klimt non è tutta o soltanto espressione di un mondo interiore morbosamente angosciato, come appare in molte sue opere: egli è capace di rendere anche l'ultima magica poesia di un bel paesaggio o la forza interiore che emana dai visi di alcuni ritratti femminili.





martedì 23 novembre 2010

Saffo e Catullo

A me pare uguale agli dèi
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente.
Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda,
e la voce
si perde nella lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue nelle orecchie.
E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.

Saffo



Lui mi sembra un dio
e se non sono blasfemo - anche più di un dio
lui che ti sta seduto di fronte
e
ti guarda e ti ascolta
mentre ridi dolcemente,cosa che, me disgraziato, mi fa svenire:
sì, Lesbia, appena ti vedo non ho più un filo di voce
ma la lingua mi si paralizza,
un sottile calore mi si spande in tutte le membra,
le orecchie mi ronzano,
e la luce degli
occhi si copre di notte.

Catullo



Saffo vive tra il VII e il VI secolo a.C. in Grecia, mentre Catullo si colloca nel I secolo a.C.
Catullo apprezzava particolarmente la poetessa Saffo, tanto che, oltre a chiamare la sua amata 'Lesbia' ( Saffo nacque a Mitilene, o Lesbo), riportò nei suoi carmina alcune opere della poetessa.
Queste due poesie si somigliano molto, dato che Catullo applica il cosiddetto processo di 'emulazione', riprendendo la poesia di Saffo e applicandone modifiche originali.
Troviamo gli stessi elementi tra cui la gelosia verso la persona amata, gli stati fisici e la disperazione dei poeti a causa del tormento per l'amore non corrisposto che termina con l'offuscamento dei sensi. I due componimenti si differenziano per la preferenza sessuale degli autori, Catullo e Saffo, che paragonano il loro amore ad una divinità, perfetta in tutti i suoi aspetti. Si viene così a creare un triangolo in cui l'autore si colloca al vertice guardando in disparte la sua compagna che nella poesia di Catullo “ride dolcemente” e in quella di Saffo “ride amorosamente”, provocando in loro rabbia e agitazione. Infatti Catullo dicendosi “disgraziato” si sente svenire, mentre in Saffo il cuore comincia a palpitare velocem
ente; in entrambi vi è la sensazione della paralisi della lingua e di calore in tutto il corpo che si diffonderà in tutte le membra in particolare provocando un ronzio nelle orecchie. Ronzio che serve al poeta per isolarsi dalla situazione per alleviare le troppe sofferenze. Le due poesie sono caratterizzate da due climax ascendenti che però terminano con l'annebbiamento degli stati d'animo degli artisti che paragonano la morte alla notte.

Saffo, Charles Mengin (1877)

lunedì 15 novembre 2010

Il Pantheon


Il Pantheon (dal greco "tempio per tutti gli dei") fu costruito per la prima volta tra il 27 e il 25 a.C. in età augustea da Agrippa, amico e genero dello stesso Ottaviano Augusto. Tuttavia l'edificio che tutti noi, se ci troviamo a Roma, possiamo ammirare anche al suo interno ( voglio precisare gratuitamente!!) è quello ricostruito tra il 118 e il 125 d.C. sotto l'imperatore Adriano.
Del primo edificio rimangono l'iscrizione
"M. AGRIPPA.L.F.COS.TERTIUM.FECIT" (ovvero "Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, edificò") e dei resti sotto l'attuale edificio.
La peculiarità del Pantheon è la sua architettura e ingegneria: il diametro della pianta (43,20 m) coincide perfettamente con l'altezza della costruzione, cosicché l'interno dell'edificio potrebbe contenere esattamente una sfera.
La cupola, innovazione architettonica, è stata edificata grazie all'invenzione del calcestruzzo.
Chi entra nel tempio percepisce due forze direzionali in dialettica tra loro: la dimensione orizzontale e quella verticale, che spinge l'osservatore a guardare verso l'alto, che rappresenta la volta celeste.
Lo spazio interno è rappresentato da un cilindro sormontato da una cupola.
La cupola è decorata da cassettoni e al centro troviamo l'oculo, che permette l'illuminazione dell'edificio. Secondo una leggenda romana grazie al cosiddetto "effetto camino" (sistema di correnti d'aria) dall'oculo non dovrebbe entrare l'acqua, ma come io stessa ho potuto constatare è soltanto una leggenda!!
Il Pantheon è stato convertito nel VII secolo in chiesa cristiana, permettendogli di sopravvivere alle spoliazioni apportate agli edifici della Roma classica dai papi.

Ermes con Dioniso bambino

L'Ermes con Dioniso bambino, scultura in marmo custodita al museo Olimpia, è un'opera che risale al IV secolo a.C..
Questa statua infrange i canoni classici della scultura greca: il dio Ermes è poggiato su un tronco e al corpo liscio e levigato si oppone il drappo di stoffa.
All'idealizzazione della figura umana Prassitele preferisce una maggiore espressività, influenzato probabilmente dal periodo di crisi affrontato dalla poleis Atene, che soltanto due anni dopo il completamento dell'opera (338 a.C. ) cadeva sotto l'impero macedone dopo più di un secolo di indiscussa egemonia nell'Attica.
La scultura è alta 230 cm e a differenza di molte opere greche, il cui originale spesso è andato perduto o distrutto, si ritiene che questa possa essere davvero l'opera scolpita da Prassitele.